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mercoledì 18 marzo 2020

Brevi considerazioni su ipotetiche attività militari in corso.

Nota per i Soci
1. Premessa
L’epidemia COVID 19 è purtroppo accompagnata da una infodemia e da una psicosi collettiva che fa
evocare alla pubblica opinione degli scenari apocalittici.
In questi giorni molti si affannano a cercare di capire se sta per scoppiare una guerra, se saremo invasi,
che cosa si cela dietro notizie di stampa o post sui social che mostrano mezzi militari.
La problematica deve essere analizzata rispetto a:
- Consistenza degli strumenti militari;
- Attività internazionali;
- Attività nazionali.



2. Esame
a. Consistenza degli strumenti militari
La deriva ideologico-culturale che ha condizionato l’Occidente dall’ultimo conflitto ad oggi ha
depotenziato gli strumenti militari che, dalla caduta del muro di Berlino, hanno subito una riduzione
pari ad almeno due terzi. Solo per fare un esempio, alla fine degli anni ’80 l’Esercito italiano
disponeva di 27 Brigate di manovra, oggi si chiamano “combat forces”, alle quali si potevano
aggiungere delle sostanziose forze di supporto, oggi disponiamo di 9 Brigate di manovra, che sono
già impegnate in complesse turnazioni relative ad impegni operativi ed addestrativi in Italia ed
all’estero. Visto che il primo e più importante principio della dottrina militare che si studiava nelle
scuole di guerra era quello della massa, bisogna avere l’onestà di dire che le forze disponibili non
sono impiegabili a massa in caso di gravi crisi. Chi dice che ”bisogna chiamare l’Esercito”, deve
sapere che queste forze sono troppo esigue per svolgere i compiti sovrumani che taluni vorrebbero
imporre per contribuire alla soluzione della gravissima crisi in corso.
b. Le attività internazionali
Le Forze Armate nazionali partecipano a numerose attività operative (Afghanistan, Iraq, Kossovo,
ecc.) ed addestrative, come la recente Esercitazione “Defender Europe 2020”, appena annullata,
ma alla quale era previsto il nostro contributo.
I movimenti di truppe, da tempo immemorabile, suscitano sempre grande emozione, soprattutto
ora che chiunque può scattare foto o riprendere dei video da postare sui social.
Si tratta di attività complesse, articolate, da lungo tempo preparate, il fatto che un’esercitazione
destinata a testare il sistema dei trasporti strategici della NATO sia stata sospesa, la dice lunga su
quanto sia devastante l’effetto dell’epidemia non solo sulla Società Occidentale, ma anche sulle
cancellerie dei paesi aderenti al Patto Atlantico.
c. Le attività nazionali
Le Forze Armate nazionali sono impiegate in numerose attività a supporto della collettività, sono
ormai passati 12 anni dall’inizio dell’Operazione “Strade Sicure”, le notizie secondo cui vi sono dei
non meglio specificati “piani segreti” per l’impiego di 7000 militari per concorrere alla sorveglianza
del territorio costituiscono un’indicazione generica e poco verosimile.
Mentre, da una parte, è possibile che si chieda alla Forze Armate di integrare localmente il
dispositivo delle Forze dell’Ordine, dall’altra è improbabile che si possa “blindare” il Paese, come
genericamente a volte capita di sentire.
A titolo di esempio, s’immagini di voler circondare il territorio della sola Milano con una
“cinturazione” (green box operation). In linea puramente teorica, per condurre un’operazione di
questo tipo che coinvolga tutta la città metropolitana, è molto difficile valutare le forze necessarie.
Con un’ulteriore supposizione si ipotizzi lo schieramento di una Brigata in un settore di 15 / 20 Km,
potrebbero essere necessarie almeno altre due Brigate per circoscrivere l’area. Queste forze già
oggi non sono disponibili e si tratta di scenari del tutto privi di ogni senso concreto.

3. Considerazioni
Quanto abbiamo esposto porta a concludere che il nostro Paese, così com’è oggi organizzato, non ha
capacità massiva d’intervento militare per il supporto alla collettività.
Nella Difesa come nella Sanità, mancano risorse operative sufficienti, manca la cultura che porta a
disporre di una riserva operativa.
Così come si stanno riaprendo strutture sanitarie nuove, mentre abbiamo dismesso negli anni molti
letti, anche nella Difesa bisogna potenziare uno strumento che viene usato sempre di più, ma ridotto
parallelamente ai minimi termini.
La schizofrenia di questa classe dirigente induce la pubblica opinione ad evocare scenari apocalittici che
non hanno alcuna possibilità in campo militare.
Ci vogliono menti equilibrate, capaci di operare scelte logiche, fattibili e, soprattutto, prive di vizi
ideologici e della ormai devastante autofobia occidentale.
Il Presidente
Gen. B. (Aus.) Francesco Cosimato

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