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venerdì 23 aprile 2021

Il mondo di Lilliput SpA (pubblicato su PMI.it)

Lemuel Gulliver in seguito a un naufragio arriva nell'isola a sud-ovest di Sumatra, di nome Lilliput abitata dai Lillipuziani, minuscoli uomini alti 15–20 cm, un popolo che eccelle nella matematica e nella meccanica. Tutto il racconto dei “Viaggi di Gulliver” è in realtà una satira dell’Inghilterra del XVIII secolo, ma non vorrei certo scomodare Jonathan Swift, l’autore dei “Viaggi”, per descrivere una Lilliput più vicina a noi, quella delle aziende familiari, che sono l’ossatura del nostro sistema economico. L'Italia è tra i Paesi europei con il più alto numero di imprese familiari. Secon-do le stime, nel nostro Paese le aziende a guida familiare sono 784.000, pe-sano circa il 70% in termini di occupazione e costituiscono il 60% del mercato azionario italiano. Stando ai dati pubblicati da KPMG e raccolti su un campione di 1.122 aziende, il 40% delle aziende fattura meno di 10 milioni, il 25% tra 10 e 50 milioni, il 17% tra 50 e 200 milioni. Si tratta quindi in massima parte di aziende medio piccole, spesso originate da brillanti idee imprenditoriali, e ben radicate sui mercati esteri per via della grande qualità dei propri prodotti. La differenza principale tra l’Italia e gli altri Paesi dell’UE è il minor ricorso a manager esterni da parte delle famiglie imprenditoriali. Secondo una ricerca realizzata da European House Ambrosetti per Federmanager, infatti, in 7 aziende su 10 l’intero management è espressione della famiglia, invece di es-sere reclutato sul mercato come accade tra i competitor esteri.

giovedì 22 aprile 2021

Scuola, economia ed ecologia

             Oggi è la Giornata Mondiale della Terra 2021 ed è un’importante occasione per riflettere sui nostri doveri verso il pianeta che abitiamo e che lasceremo ai nostri figli.

Per insegnare ai nostri figli il rispetto e la salvaguardia del pianeta occorre ovviamente un’incisiva azione educativa che parte dalla famiglia ed interessa tutte le agenzie educative e la società intera. Ma siccome, come asseriva Seneca ormai 2000 anni fa, si insegna di più attraverso gli esempi concreti che attraverso i discorsi, il cambiamento di passo deve partire non tanto da manifestazioni temporanee che in un giorno solo hanno il merito di sensibilizzarci ed il demerito di colpevolizzarci per cose sulle quali spesso non abbiamo alcun controllo, ma da fatti ed azioni costanti che ci consentano passo dopo passo di raggiungere obiettivi significativi.

Mi permetto di fare un esempio pratico dal mio osservatorio professionale: la scuola ed il mondo della formazione in generale.

venerdì 16 aprile 2021

Enrico Marcora, Milano negli ultimi tre mesi, soluzioni per il futuro

 


Alla ricerca di circuiti virtuosi (già pubblicato su PMI.it)

L’art 1 della Costituzione (L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro) ai tempi della Costituente, fu voluto da Aldo Moro, venne formulato nella sua veste attuale da Amintore Fanfani, e venne approvato il 22 marzo 1947.

Ma tale articolo viene ulteriormente qualificato dall’art. 4 che così recita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".

Nel dibattito politico italiano si è fatto sempre ampio riferimento all’articolo 1 della nostra Costituzione ed alla sottolineatura del contributo fondativo del lavoro, ma si è forse meno evidenziato che all’articolo 4 la nostra Costituzione attribuisce allo Stato l’attività di stimolo alla creazione di lavoro, con la contemporanea finalizzazione al progresso materiale e spirituale della società.

giovedì 8 aprile 2021

PMI e Covid: la digitalizzazione delle PMI come possibile via di uscita dalla crisi (già pubblicato su Wall Street Italia marzo 2021)

Gli effetti della pandemia hanno colpito duramente il sistema economico e produttivo italiano. Secondo Confcommercio, il crollo dei consumi pari al 10,8% porterà alla chiusura di oltre 390.000 imprese; alla perdita di imprese va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi, per i quali si stima la chiusura di attività per circa 200mila professionisti. Quali previsioni per i prossimi mesi? Secondo una ricerca della società di consulenza Deloitte, il 45% delle imprese italiane prevede di tornare ai livelli di fatturato precedenti la crisi innescata dal coronavirus solo nel secondo semestre del 2021 o nel corso del 2022. Il perseguimento di questi obiettivi di recupero poggia sullo sviluppo di tre direttrici: • L’internazionalizzazione e la diversificazione per beneficiare appieno della possibile ripresa mediante lo sviluppo di nuovi prodotti e nuovi mercati; • Il rafforzamento della solidità patrimoniale con il consolidamento dei debiti e l’incremento del capitale, per raggiungere la dimensione sufficiente per essere resilienti e competitivi nel medio-lungo termine; • l’innovazione dei modelli operativi per aumentare l’efficienza e l’efficacia, acquisendo maggiore flessibilità e capacità di adattamento alle nuove esigenze dei consumatori, facendo ricorso alle nuove tecnologie digitali.