Centro di Studi, Analisi, Formazione e Consulenza - Info: sinergie2019@gmail.com
Redirect
mercoledì 30 giugno 2021
Diagnosi e cure: la situazione debitoria delle PMI post Covid e qualche suggerimento per migliorare la situazione (già pubblicato su PMI)
martedì 1 giugno 2021
BASTA BUGIE
Don Gian Maria Comolli
Il Ddl Zan rientra in un percorso storico con un obiettivo inequivocabile
Osservando i vari manifestanti a favore del Ddl Zan mi sono ricordato una frase del saggista e opinionista Diego Fusaro: “La vera schiavitù è quella in cui gli schiavi ignorano di essere tali e, di più, amano le loro catene, rivelandosi anche pronti a lottare per difenderle”. Già, perché la maggioranza di coloro che scendono in piazza o chiede l’approvazione di questo superfluo e deleterio provvedimento, certamente in buona fede, non comprendono di essere manipolati, sfruttati e strumentalizzati da selezionate e ristette élites politiche e accademiche trasnazionali e da potenti e influenti lobbies LGBT, che passo dopo passo, il Ddl Zan è un passaggio, hanno come finalità l’abolizione del concetto di natura e di limite, quindi di ogni fondamento antropologico, sganciando la persona da un’essenza biologica incontrovertibile, privandola della sua identità e dei suoi legami fondamentali, abrogando, da ultimo, la complementarietà del maschile e del femminile. Ma oggi, chi “difende l’evidenza” è additato come “un fobico”, ossia un portatore di fobie, cioè di paure irrazionali, immotivate e sproporzionate nei riguardi di qualcosa che pericolo non è. E, la fobia più clamorosa è “l’omofobia”, la patologia che per qualcuno affligge chiunque esprima posizioni in disaccordo con il pensiero dominante e le visioni correnti. Ma, rileggendo criticamente la storia degli ultimi decenni riguardanti l’ideologia di gender e i movimenti LGBT le cose non stanno così. Vediamolo insieme, puntando l’attenzione non sulle opinioni ma sui “fatti”.