Articolo del Gen. B. (Aus.) Maurizio Carlo Iacono
Il
Mar Mediterraneo, sin dall’antichità palcoscenico geografico - politico naturale,
nel quale e intorno al quale, si sono svolti innumerevoli eventi fondamentali
per la storia dell’umanità, mantiene ancora oggi inalterata la sua valenza
geopolitica, proponendosi come una delle aree di maggior interesse nel sistema
complesso delle relazioni internazionali.
Dallo sviluppo delle maggiori civiltà del mondo antico, alla rivalità tra i Paesi, che su quel mare si sono affacciati, per la conquista delle rotte commerciali; dallo scontro tra due mondi antitetici, quello cristiano e quello musulmano, finalizzato alla vana ricerca di una supremazia culturale, politica ed economica, sino al divenire, poi, la via naturale per collegare l’Europa allo sconfinato continente indiano, il Mar Mediterraneo ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale.
Negli
anni dell’immediato dopoguerra, la ridefinizione della carta geopolitica
mondiale, unitamente alla implementazione delle rotte economiche oceaniche, sembrava
aver messo in ombra l’importanza del Mediterraneo, relegando questo bacino a un
ruolo secondario nel contesto degli interessi globali.
Tuttavia,
gli sviluppi geopolitici dell’ultimo decennio hanno ribaltato tale precipitosa
e poco lungimirante valutazione sull’importanza del bacino mediterraneo, generando
un rinnovato interesse per le dinamiche che vedono il Mar Mediterraneo di nuovo
protagonista di prima grandezza. nell’ambito del complessivo scacchiere delle
relazioni internazionali.
Fatta
questa premessa vediamo ora come l’area del Mediterraneo si presenta da un
punto di vista geopolitico.
La
molteplicità delle differenti prospettive sotto le quali l’area si presta ad essere
analizzata rende immediatamente chiara la difficoltà dell’analisi, data
l’enorme complessità delle relazioni che prendono vita e si intrecciano nel
bacino, creando un insieme di scenari interconnessi e collegati tra loro, le
cui conseguenze dirette si ramificano in tre differenti continenti.
Una
prima prospettiva, appunto, è quella che identifica il Mediterraneo quale
crocevia di tre continenti, Asia, Africa, Europa, le cui dinamiche che in esso
si sviluppano vengono propagate ben al di là dei soli Paesi che si affacciano
direttamente sul mare.
La
seconda è quella del ponte che esso rappresenta tra l’Europa e l’Africa; un
ponte che da millenni unisce in maniera indissolubile i due continenti e che ha
permesso una molteplicità di scambi in continua espansione da una sponda
all’altra.
Una
terza prospettiva è quella che vede il Mediterraneo, sulle cui sponde hanno
avuto origine le tre grandi religioni monoteistiche, come il luogo naturale del
confronto tra le stesse e che nel corso dei secoli ha rappresentato la linea di
demarcazione, il limen, tra un occidente cristiano e un oriente
musulmano.
E
sempre il Mediterraneo è la regione geopolitica a cui si indirizza da secoli l’attenzione
della Russia per un accesso ad un “mare caldo” e, dall’inizio di questo
millennio, anche della Cina nell’ambito dell’imponente progetto che il gigante
asiatico sta conducendo con il duplice scopo sia di raggiungere i mercati
dell’Europa continentale, sia l’accesso a quell’immenso serbatoio di materie
prime costituito dall’Africa.
Infine,
non si può non considerare un’altra prospettiva, quella più ci interessa
direttamente e cioè la peculiare posizione geografica che caratterizza il
nostro Paese in tale contesto: la nostra penisola si estende proprio nel mezzo
del Mare, suddividendo in due parti, l’intero bacino. Una tale condizione
geografica assolutamente critica, se fosse stata opportunamente sfruttata,
avrebbe potuto proiettare il nostro Paese nell’ultimo ventennio in una
posizione di supremazia geopolitica nell’intero bacino. Ma questo non si è
realizzato!
Una
trattazione, ancorché superficiale, di tutte le differenti prospettive di
analisi geopolitica del bacino mediterraneo, precedentemente individuate,
eccederebbe da un contesto specifico data la complessità e le interazioni
implicite, di conseguenza si è ritenuto di maggior interesse restringere il
campo d’analisi concentrando l’attenzione sull’ultima delle immagini di
prospettiva geopolitica che il Mar Mediterraneo ci offre, focalizzando la
nostra attenzione sugli aspetti che più da vicino coinvolgono il nostro Paese e
sulle dinamiche nelle quali l’Italia potrebbe legittimamente aspirare a
svolgere un ruolo da protagonista.
Il
rapporto con i principali Paesi del Maghreb, la crisi della Libia, le dispute sulle
Zone Economiche Esclusive, la possibilità di gestire il fenomeno delle ondate
immigratorie, la ricerca e la gestione di fonti energetiche, la gestione
coordinata del terrorismo, una nuova visione meno euro-nordica delle principali
organizzazioni multinazionali di cui siamo membri.
Tutti
questi sono temi di analisi interconnessi la cui trattazione è fondamentale per
delineare e comprendere meglio gli elementi specifici che concorrono a definire
un quadro di riferimento complesso e articolato che, in virtù della sua
posizione geografica, condiziona il nostro Paese nelle sue scelte e nei suoi
indirizzi di politica nazionali (o almeno dovrebbe!!!!!!!!!)
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