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lunedì 7 dicembre 2020

Dare, non proibire

 Per una nuova politica

 

Lo psicodramma inutile, dal punto di vista della gestione, nel quale ci troviamo da marzo induce a riflessioni che riguardano la cultura di fondo che anima la nostra “res publica” che, da secoli ormai, ha abbandonato la logica per darsi alla dialettica ed allo spirito della più bieca partigianeria.

Non sono certo il primo a citare Dante, ma il suo canto rimane inascoltato da circa settecento anni:” Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”.

In realtà sarebbe ingiusto dire che non abbiamo chi comanda, il guaio è che la cultura di fondo di chi conduce il Paese è una cultura che si basa sul proibire e non sul fornire servizi.


E’ noto a tutti che il sistema sanitario, depotenziato e lottizzato, non è in grado fornire efficacemente servizi sanitari ai cittadini, al netto della dedizione e della competenza del personale medico e paramedico sul campo. Il fatto è che mentre i soldati della Sanità si battono come leoni sul campo, i generali di Esculapio lavorano per ostacolare le cure che vengono dal territorio e favorire gli affari della multinazionali del farmaco.

Così come nei nostri organismi si dovrebbe favorire il sistema immunitario, anche nel governo della “res publica” si dovrebbe favorire una resistenza del nostro Sistema Paese alle invadenze degli interessi esterni e degli organismi multilaterali. Stiamo parlando di multinazionali, interessi industriali stranieri, agenzie pseudo ambientaliste e pseudo sociali, dietro i quali si nascondono interessi gretti e particolari che si sono inserite negli organismi tipo ONU e agenzie collegate per imporre ideologie e legislazioni che non corrispondono alle idee e stili di vita dei popoli che una volta si pensava essere sovrani.

Tutto ciò è aggravato da un sistema impropriamente chiamato dell’informazione che manipola e disinforma. Ancora non abbiamo finito di ascoltare l’estenuante ed inutile campagna elettorale americana svolta impropriamente in Italia mentre si nascondono gli attori che influenzano da dietro le quinte la vita politica ed il funzionamento amministrativo.

E’ noto a tutti il fatto che la pubblica amministrazione in Italia non riesce a fornire servizi ai cittadini, anche solo guardando alla lunga serie di fallimenti di quest’anno, dal sito dell’INPS all’app IMMUNI, dalla mancanza di mascherine ai banchi a rotelle, dai ristori parziali ed in ritardo alla lotteria degli scontrini.

Il sistema della disinformazione mainstream sostiene da mesi attivamente il governo con una narrazione in cui la colpa è sempre dei cittadini. Siamo noi che diffondiamo il virus, non il governo che non riesce ad adeguare il sistema alle necessità, dato ormai per accertato che non esisteva nemmeno un piano d’emergenza aggiornato.

Il clima di terrore, basato su cifre parziali, presentate spesso in maniera confusa, ha indotto una psicosi per la quale molti di noi, invece di vivere, muovere e combattere, passano il tempo a postare inutili messaggi e video su “What’s up” di cui, se va bene, leggono appena i titoli.

In buona sostanza, la politica del “divide et impera” per la quale la colpa è sempre di qualche gruppo di cittadini, divisi tra buoni e cattivi, lascia tranquilli i manovratori che possono imporre qualsiasi limitazione alla nostra libertà e rafforzare il loro potere.

A tutti i soloni che lodano il governo per i presunti aiuti alle categorie in difficoltà, bisogna far osservare che i pochi soldi che ci sono, rimangono invariabilmente nelle tasche dei manovratori.

Ci vuole una politica che ci dia servizi e non limitazioni alle libertà elementari, le colpe non possono essere solo dei cittadini, smettiamola di tollerare tutti questi insulti alla nostra intelligenza.


Francesco Cosimato

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