La vita di tutti i giorni ci dice ormai in maniera sempre più evidente che siamo soggetti ad una grande varietà di condizionamenti, consci ed inconsci, ai quali purtroppo dobbiamo guardare come delle trappole, perché di questo si tratta.
Il più evidente dei condizionamenti è quello dell’informazione, che
tutti i giorni ci martella con una narrazione che vorrebbe indurci alla
condivisione del pensiero unico.
Secondo il pensiero unico noi dobbiamo diventare il gregge del nuovo umanesimo globalista, antireligioso, antinazionale, recintato in una socialità virtuale e nemico del sesso naturale, oltre che del nostro corpo, ormai considerato come un involucro modificabile a piacere. Il pensiero unico vuole anche che noi si diventi autofobici per preservare la Natura anche a prezzo della nostra estinzione.
L’aborto e la denatalità vengono considerate degli ottimi mezzi per il
controllo delle nascite, anche se vengono mascherati come libertà individuali e
indici di una mentalità aperta e progressista in cui il neonato lagnoso al
quale bisogna cambiare i pannolini è un impiccio per l’umanità in marcia verso
il progresso, laddove il progresso non esiste più, se non per l’aspetto della
tecnologia.
Ma anche la tecnologia può diventare una trappola, vediamo in questi
giorni che la chiusura dei social network agli avversari politici è diventata
il modo per reprimere una rivolta di popolo che spaventa gli esponenti del “deep
state”, il luogo oscuro della cospirazione che si traveste da “nuovo umanesimo”,
ma sul quale basta accendere una piccola luce per trovare vecchi arnesi
ideologici ed una antireligiosità atavica.
In questa legislatura è in discussione al Senato italiano una proposta
di legge liberticida che nascondendosi dietro le abusate accuse di “razzismo”, “fake
news” ed “hate speech”, spiana la strada agli odiatori radical chic che strillano sui social ogni giorno. Chi non si adegua è ghettizzato, tutti gli odiatori
progressisti inondano i social con il loro livore, ma nessuno li sanziona, sono
dalla parte del potere.
Dall’illuminismo in avanti, le promesse di libertà, uguaglianza e
fraternità si sono rivelate il tragico schermo dietro il quale nascondere un
potere spietato e pervasivo che si fa beffe del popolo sovrano e dei sentimenti
della gente.
L’autoreferenza della politica, del diritto, dell’economia tradiscono
qualsiasi anelito di libertà, e stringono ogni giorno di più le maglie del
potere per assicurarsi che nessuno disturbi i manovratori.
Il Centro Studi Sinergie intende proseguire con metodo ed anima allo
sviluppo di una nuova cultura ed alla creazione di una nuova classe dirigente che sappia
portarci fuori dalle secche dell’ideologismo progressista, la cui farina non ha
mai fatto pane, la cui carità è sempre stata pelosa e la cui solidarietà ha
seminato gulag e ghetti in tutto il mondo.
Ci vuole la forza paziente della Fede o della Buona Volontà per
combattere una battaglia lunga, difficile ed estenuante, ma che è l’unica che
potrà dare risultati nel medio e, soprattutto, nel lungo termine.
Bisogna quindi intraprendere una strada che rifugge dalle polemiche
dialettiche e indica un nuovo percorso di Civiltà.
Questo percorso è seminato di trappole sparse lungo il cammino della
giungla del conformismo progressista, pieno di persone intrise dei pregiudizi
che vi ho esposto sinora.
In questi giorni in cui la propaganda dei media ci vuole far credere
che l’unico problema degli Stati Uniti sia Donald Trump, giova ricordare due
frasi di Thomas Jefferson:
- Un po' di ribellione di tanto in tanto è una
buona cosa;
- Un governo grande abbastanza per darti tutto ciò
che desideri, è forte abbastanza per portarti via tutto quello che hai
Condivido al 100% quello che lei scrive Generale. Sono molto contento di avere una ulteriore conferma di quello che avevo intuito quando lessi la prima intervista su Sputnik. Tanti auguri e a risentirci molto presto, Carlo Dati
RispondiEliminaCondivido.
RispondiElimina