Ormai da tempo la classe dirigente di questo paese sembra vivere in un empireo ideologico del tutto slegato dalla realtà, noi cittadini siamo indotti a pensare che le anime pie che declamano i loro principi nei talk show siano dei veri duri e puri nei lori principi. Sembra quasi che la pubblica amministrazione sia piena di individui così aderenti alle loro idee che viene da pensare che siano veramente convinti di voler salvare i clandestini in mare o che siano impegnati a salvare il pianeta o che grazie all'ormai famoso "Recovery Plan" risolveranno tutti i nostri problemi.
La classe dirigente sembra proprio convinta di quel che dice, come fa Roberto Speranza nel libro "Perché guariremo", anche se il libro è stato ritirato, eppure l'Italia svetta ai primi posti nelle classifiche della mortalità, in cui spesso ha avuto il primo posto, come a novembre scorso. Dare la colpa agli untori e schierarsi dalla parte delle multinazionali del farmaco non è un esercizio ideologico, è una posizione molto comoda in cui si lucrano buone posizioni di potere ed ottimi stipendi, un mestiere redditizio.
La classe dirigente italiana sembra autenticamente impegnata a voler salvare i disperati dei barconi, molto meno sembra capire dove inizi e dove porti la filiera dello schiavismo con la quale si stanno facendo danni di dimensioni planetarie. Farsi vedere afflitti dalla sorte di persone che non inviterebbero mai al loro desco è un mestiere che i nostri politici fanno con molta convinzione, anche perché da lavoro ad un sacco di persone che li ripaga con un congruo consenso elettorale, un mestiere redditizio e che fa promessa di prolungare la loro permanenza al potere.