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sabato 3 ottobre 2020

Il futuro di "Sinergie"

Durante la pausa estiva il Centro Studi ha riflettuto sul percorso svolto sinora e sulla direzione da prendere per il futuro. La nostra associazione, nata per ricostruire un tessuto d’idee e di persone nel deserto del conformismo italiano, ha dovuto vincere le difficoltà relative all’epidemia e la necessità di costruire un percorso appena iniziato. Per forza di cose abbiamo dovuto procedere utilizzando la tecnologia e dandoci un’organizzazione prevalentemente digitale. In questa fase cercheremo di tenere insieme attività in presenza ed a distanza.

Siamo consci del fatto che la situazione generale, così come viene declinata a livello sociale, politico, mediatico e dei servizi pubblici sia drammatica e resa ancora più grave da una classe politica del tutto inadeguata a rispondere alle necessità dei cittadini.

Per rispondere alle tante manchevolezze di questa situazione riteniamo che si debba intraprendere un percorso ideale che proietti nel futuro i valori della nostra tradizione. Questo percorso ideale deve essere affidato ad una nuova classe dirigente che si liberi delle incrostazioni delle dottrine totalitarie del secolo scorso che inquinano il pensiero e l’azione di buona parte della classe politica.

In un momento particolarmente buio per l’Italia, in cui il globalismo e l’incultura radical chic colpiscono i legami di tenuta della società in tema di sicurezza, libertà di pensiero, indipendenza economica e autodeterminazione della nazione, noi riteniamo di dover intraprendere un cammino di coagulo delle energie disponibili al fine di determinare l’emostasi della rivoluzione globalista.

Si tratta di un progetto ambizioso, di lungo periodo e che deve coinvolgere ogni possibile settore della società.

In primo luogo, si deve spiegare a coloro che intendiamo coagulare attorno a noi che le informazioni di cui disponiamo attraverso i media mainstream sono fallaci e non rappresentano realmente la situazione. Il triste spettacolo del terrorismo mediatico sul COVID che annichilisce la nostra gente al punto tale da non farla nemmeno uscire di casa per lavorare o per socializzare, indica il livello di condizionamento della pubblica opinione al quale siamo giunti. E' ora che noi ci si tolga l'anello del potere dal dito o, peggio, dal naso.

In secondo luogo, si devono capire in profondità i meccanismi della politica italiana, con particolare riguardo alle strutture che operano da dietro e ci danno un’impressione fallace di democrazia. Un paese in cui la magistratura, per stessa ammissione dei giudici, si lega ad una parte politica per costruire carriere e viola sistematicamente il principio della divisione dei poteri, non può essere considerato legittimo e democratico.

In terzo luogo, si deve compiere una lunga e paziente opera di ricostruzione delle strutture pubbliche affinché rispondano ai bisogni dei cittadini e non ai comitati di faccendieri ed affaristi che hanno ormai invaso ogni dove della cosa pubblica.

Si tratta di un lavoro che può apparire impossibile, troppo lungo e difficile, ma le strade seguite sinora non hanno dato esito positivo, talché non esistono alternative.

La forza paziente che stiamo cercando di mettere assieme è la sola in grado di invertire il ciclo e tornare a sperare ed a vivere.

 

Francesco Cosimato

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