Durante la pausa estiva il Centro Studi ha riflettuto sul percorso svolto sinora e sulla direzione da prendere per il futuro. La nostra associazione, nata per ricostruire un tessuto d’idee e di persone nel deserto del conformismo italiano, ha dovuto vincere le difficoltà relative all’epidemia e la necessità di costruire un percorso appena iniziato. Per forza di cose abbiamo dovuto procedere utilizzando la tecnologia e dandoci un’organizzazione prevalentemente digitale. In questa fase cercheremo di tenere insieme attività in presenza ed a distanza.
Siamo consci del fatto che la situazione generale, così come viene
declinata a livello sociale, politico, mediatico e dei servizi pubblici sia
drammatica e resa ancora più grave da una classe politica del tutto inadeguata
a rispondere alle necessità dei cittadini.
Per rispondere alle tante manchevolezze di questa situazione riteniamo che si debba intraprendere un percorso ideale che proietti nel futuro i valori della nostra tradizione. Questo percorso ideale deve essere affidato ad una nuova classe dirigente che si liberi delle incrostazioni delle dottrine totalitarie del secolo scorso che inquinano il pensiero e l’azione di buona parte della classe politica.
In un momento particolarmente buio per l’Italia, in cui il globalismo e
l’incultura radical chic colpiscono i legami di tenuta della società in tema di
sicurezza, libertà di pensiero, indipendenza economica e autodeterminazione della
nazione, noi riteniamo di dover intraprendere un cammino di coagulo delle
energie disponibili al fine di determinare l’emostasi della rivoluzione globalista.
Si tratta di un progetto ambizioso, di lungo periodo e che deve
coinvolgere ogni possibile settore della società.
In primo luogo, si deve spiegare a coloro che intendiamo coagulare attorno
a noi che le informazioni di cui disponiamo attraverso i media mainstream sono
fallaci e non rappresentano realmente la situazione. Il triste spettacolo del
terrorismo mediatico sul COVID che annichilisce la nostra gente al punto tale
da non farla nemmeno uscire di casa per lavorare o per socializzare, indica il livello di condizionamento della pubblica opinione al quale siamo giunti. E' ora che noi ci si tolga l'anello del potere dal dito o, peggio, dal naso.
In secondo luogo, si devono capire in profondità i meccanismi della politica
italiana, con particolare riguardo alle strutture che operano da dietro e ci
danno un’impressione fallace di democrazia. Un paese in cui la magistratura,
per stessa ammissione dei giudici, si lega ad una parte politica per costruire
carriere e viola sistematicamente il principio della divisione dei poteri, non
può essere considerato legittimo e democratico.
In terzo luogo, si deve compiere una lunga e paziente opera di ricostruzione
delle strutture pubbliche affinché rispondano ai bisogni dei cittadini e non ai
comitati di faccendieri ed affaristi che hanno ormai invaso ogni dove della
cosa pubblica.
Si tratta di un lavoro che può apparire impossibile, troppo lungo e
difficile, ma le strade seguite sinora non hanno dato esito positivo, talché
non esistono alternative.
La forza paziente che stiamo cercando di mettere assieme è la sola in
grado di invertire il ciclo e tornare a sperare ed a vivere.
Francesco Cosimato
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